L’origine del termine Concerto risale alla parola latina concertatum. Si tratta di un’ARTE complessa, risultato di un insieme di elementi, adottata per dar vita ad effetti che riescono ad esprimere l’interiorità dell’individuo che lo crea e di chi vi assiste. I danzatori in concerto tra di loro esprimono le visioni coreografiche di Vito Bortone, tutti concordi nel raggiungere un unico fine, legare al movimento le emozioni create dalla musica di P. I. Tchaikovsky.
Musiche: Tchaikovsky (Violin Concerto in D major, Op. 35)
Coreografie: Vito Bortone e Antonio Di Vaio
Assistente alle coreografie: Elisa Liani
Regia: Antonio Di Vaio
Première: Giugno 2011, Teatro Greco, Roma
PRIMO MOVIMENTO. Allegro moderato
Citando il grande Maestro settecentesco Jean-Georges Noverre “il bel disordine” coreografico di questo movimento ci accompagna in un susseguirsi di disegni evocati dalla musica di Tchaikovsky. Il “non colore” dominante è il bianco, simbolo del trionfo della spiritualità sulla materialità.
SECONDO MOVIMENTO. Canzonetta andante
Dalla biografia di Nureyev scritta da Julie Kavanagh ci giunge il testamento spirituale del grande danzatore russo. Sincere e toccanti, le parole di questa lettera aperta, ci portano in quella ambientazione onirica, in quel mondo magico che è l’essenza stessa dell’Arte della Danza.
…Era il senso che davo al mio essere, era stare lì e rendere i miei muscoli parole e poesia, era il vento tra le mie braccia, … ero un’aquila sul tetto del mondo, ero il poeta tra i poeti, ero ovunque ed ero ogni cosa…
TERZO MOVIMENTO. Allegro vivacissimo
La danza può rivelare tutto ciò che la musica racchiude (Charles Baudelaire).
Conta per perduto il giorno senza danza (Friedrich Nietzsche).
Questi due aforismi ci indicano la strada in questo ultimo movimento. Il gioco dei “colori” è dominante. L’intento coreografico, frutto di esperienze professionali è leggibile: l’uso della musica come se fosse “jazz”, la modern dance, il neoclassico, il contemporaneo fusi in una miscela esplosiva.