“Mi chiedi l’impossibile. Non ti amo più; tu mi ami ancora ed è per questo che vuoi uccidermi.” Queste le parole di Carmen, una donna pronta a perdere la vita per la propria libertà. Don José ci racconta “… La colpii due volte. Cadde al secondo colpo senza gridare. Credo ancora di vedere i suoi grandi occhi neri che mi guardavano fisso; quindi si spensero e si chiusero. Restai una buona ora annichilito davanti al cadavere. Poi mi ricordai che spesso Carmen mi aveva detto che le sarebbe piaciuto essere sepolta in un bosco. Le scavai una fossa con il coltello e li la deposi. Cercai a lungo il suo anello e infine lo trovai. Lo misi nella fossa accanto a lei, con una piccola croce. Dopo montai a cavallo, galoppai fino a Cordova e al primo corpo di guardia mi feci riconoscere. Dissi di aver ucciso Carmen.” Per questo omicidio Don Josè verrà giustiziato.
Forti pressioni vivranno i due protagonisti, soggiogati da un destino violento che sempre lascia loro la libertà di scegliere. È Carmen che ha distrutto la vita di Don José? È Don José che ha tolto la vita a Carmen? Potevano evitarsi questi tristi eventi? La vita come ci insegna Carmen, va vissuta intensamente, nel rispetto della propria libertà accettando le conseguenze che, gli altri, di fronte alla nostra esigenza di libertà, possano rivendicare la loro.
Coreografie: Vito Bortone, Antonio Di Vaio e Lily De Córdoba (flamenco)
Assistente alle coreografie: Elisa Liani e Tiziana Corciulo (flamenco)
Regia: Antonio Di Vaio
Première: 2013 Teatro Greco, Roma